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30 gennaio 2010 6 30 /01 /gennaio /2010 01:53
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Scomparso a Cornish il 27 gennaio 2010 all'età di 91 anni, lo scrittore più enigmatico d'America dalla metà degli anni Sessanta non aveva pubblicato più nulla e si era chiuso in una vita di progressivo isolamento.

 
"Ciò che distingue l’uomo immaturo è che vuole morire nobilmente per una causa, mentre ciò che distingue l’uomo maturo è che vuole umilmente vivere per essa" (Wilhelm Stekel) 


Jerome David Salinger (1919 – 2010) Note Biografiche

 

Jerome David Salinger era nato a New York il primo gennaio 1919 da madre irlandese e padre ebreo commerciante di carne e formaggi e pronipote di un rabbino polacco.

 

Fin dall’infanzia si dimostra da subito bambino irrequieto e iper-critico, nonché un vero disastro a scuola, esattamente come il suo eroe letterario più famoso, l'indimenticabile adolescente Holden.

 

Finito il College all'Accademia Militare di Valley Forge, dove si rivela volubile, solitario, pessimo in matematica, abbandonò tutto imbarcandosi su una nave da crociera e solo più avanti accettò di entrare nell’impresa del padre, che lo mandò alla filiale di Vienna della società, da dove fuggì giusto un mese prima dei rastrellamenti nazisti.

 

Tornato in patria frequentò un corso semestrale di scrittura della Columbia University, dove il suo insegnante gli pubblicò il primo racconto nel 1940. Era il periodo in cui si dimostrava entusiasta del buddismo Zen e faceva i primi tentativi di fare accettare i suoi scritti dalle riviste “Story” e “New Yorker” a cui spedisce un racconto di cui é protagonista un ragazzo di nome Holden.

 

A ventidue anni si innamora, grazie a una presentazione fatta dall'amica Elizabeth Murray, di Oona O'Neill, la sedicenne figlia del celebre drammaturgo Eugene, che lo lascicò quando si innamorò di Charlie Chaplin di cui diventerà moglie qualche anno dopo. 

 

Nel 1942 si arruolò volontario nella 4° divisione di fanteria con il grado di sergente con base a Tiverton nel Devon (UK) e partecipa alle operazioni dello sbarco in Normandia, un'esperienza che lo segnerà profondamente. 

 

Anche in guerra non smise mai di scrivere. Rientra in patria nel 1946 e dopo molte delusioni nel 1948 riesce ad avere un contratto di prelazione per tutti i suoi futuri lavori con il New Yorker che gli pubblicò “A perfect day for Bananafish”.

 

Sempre nel 1948, Darryl Zanuck compra i diritti di uno dei "nove racconti", Uncle Wiggily in Connecticut, che diventa un film non eccelso ma fortunato di Mark Robson con Dana Andrews e Susan Hayward.

 

Poi, il New Yorker gli pubblica tre racconti nel giro di sei mesi, e nel 1951, quando aveva 32 anni, esce, "The Catcher in the Rye" ("Il giovane Holden"), il libro a cui Salinger ha lavorato per dieci anni. Il libro fece persino scandalo, per il punto di vista contestatario, per il linguaggio disinibito, per come affrontava temi quali la religione e il rapporto con i genitori. L’autore affronta il problema dell'alienazione giovanile nella New York del secondo dopoguerra con una straordinaria capacità narrativa: Salinger più che scrittore è un vero e proprio attore che nei suoi romanzi interpreta ciascuno dei suoi personaggi.

 

E' il successo, la fama, la leggenda che non ha fino ad oggi accennato a diminuire (a più di cinquant'anni dalla prima stampa il libro vende tuttora 250.000 copie all'anno solo negli Usa). 

Con "Il giovane Holden" Salinger sconvolge il corso della letteratura contemporanea, liberando la mano a discepoli geniali come Pynchon e De Lillo, e influenzando l'immaginario collettivo e stilistico del Novecento.

 

Anche nei Nove racconti (Nine stories, 1953) i ragazzi e il loro linguaggio sono l'occhio critico, la struttura narrativa, il veicolo ideologico in un mondo che ricorda in parte, per sottigliezza inquietudine tenerezza quello di F.S. Fitzgerald, uno degli autori prediletti di Salinger.

A interessi di tipo metafisico, in particolare per il buddhismo zen, molti attribuiscono alcuni squilibri di fondo e il manierismo che caratterizza le opere successive di Salinger, capitoli ideali di una saga familiare: Franny e Zooney (Franny and Zooney, 1961), Alzate l'architrave, carpentieri! (Raise high the roof beam, carpenters!, 1963), e Hapworth 16 (1964) apparso sul New Yorker nel 1965.

 

Dal 1953 comincia a ritirarsi dalla vita pubblica, si nasconde alla stampa, ai flash e alle telecamere e dal 1965 si chiuse in un volontario e rigoroso silenzio per difendere la propria privacy.

 

Seguendo il dna del Giovane Holden Caulfield trova rifugio sino a raggiungere una sorta di isolamento totale in uno dei posti più noiosi degli US, Cornish, nel New Hampshire.

 

Holden-Salinger la pensa ancora come il "vecchio" Shakespeare secondo cui "Ripeness is all" (la maturità è tutto), e la giovinezza dunque un tratto biologico della vita umana, non già una condizione permanente dello spirito.

 

Dice infatti il professor Antolini in finale di romanzo al giovane Holden:

«Ciò che distingue l'uomo immaturo è che vuole morire nobilmente per una causa, mentre ciò che distingue l'uomo maturo è che vuole umilmente vivere per essa».

 

Scriveva  Paul Nizan  qualche generazione prima in un libro (Aden Arabie) che sembra anticipare le atmosfere salingeriane:

«Avevo vent'anni: non consentirò a nessuno di dire che è l'età più bella della vita. Tutto minaccia di rovina un giovane: l'amore, le idee, la perdita della propria famiglia, l'ingresso fra gli adulti. È duro apprendere la propria parte nel mondo».

 

Si sposò tre volte. Il primo matrimonio di breve durata con una giovane conosciuta in Europa di nome Sylvia. Nel 1955 si risposò con una studentessa del Dartmouth College di 15 anni più giovane, Claire Douglas, da cui ebbe due figli, Margaret Ann nata nel 1955 e Matthew, nato nel 1960, e dalla quale fu lasciato nel 1966.

 

Nel 1972 ebbe una relazione di un anno con Joyce Maynard, di due anni più vecchia della figlia. Finita la relazione Joyce disse che Salinger scriveva regolarmente e aveva completato almeno altri due romanzi e mise in vendita all’asta le 25 lettere che Salinger le scrisse durante la relazione.

 

Alla fine degli anni ’80 Salinger incontrò Colleen O’Neill, una giovane infermiera del New Hampshire già direttrice della Fiera annuale della città di Cornish, con la quale, anche se notevolmente più giovane di lui, si sposò per la terza volta e che è rimasta al suo fianco fino agli ultimi giorni.

 

In molti si chiedono se, nel volontario e rigoroso silenzio di Cornish, protetto dai suoi concittadini dalle incursioni di aspiranti biografi e fotografi, quanti inediti manoscritti abbia lasciato Jerome David Salinger.

 

Ora non resta che aspettare che il suo archivio venga aperto e certo sarà un evento che marcherà l’universo letterario del XXI secolo.

 

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