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20 dicembre 2009 7 20 /12 /dicembre /2009 04:32

FELLINI-Satyricom-Politikon.jpg

Angelo Olivieri,
Fellini Satyricon Politikon.
Le vignette tra guerra e partiti


Questo libretto offre l’occasione per due esercizi di memoria.
Primo: rispolverare il ricordo di due giornali umoristici che hanno fornito le leve allo spettacolo comico italiano.
Il Marc’Aurelio, da cui sono uscite generazioni di scrittori di cinema, come Zavattini, Steno, Metz e Marchesi, Age e Scarpelli, Castellano e Pipolo, Magni, Scola, Verde, Zapponi, Vighi, Carpi, Veo. Con grande scorno e disappunto del direttore Vito De Bellis, ‘scippato’ dei suoi ‘gioielli’.

Il travaso delle idee
, che ha avuto tra i suoi collaboratori autori di rivista come Verde e Faele e negli anni Ottanta Enrico Montesano ed Enrico Vanzina.
Secondo: ritrovare il Federico Fellini disegnatore degli anni Quaranta. Dopo una breve collaborazione con il fiorentino 420 (1938-1939), Fellini scende a Roma e inizia a lavorare al Marc’Aurelio (1939). Negli anni di guerra (1940-1942) scopriamo che fa satira politica di regime prendendo in giro russi, inglesi e americani, avversari dell’Asse. I protagonisti ricorrenti in queste strisce dedicate alla politica estera (ma anche al fronte interno) sono due vagabondi americani, Peter e John, che ricordano nel fisico l’Happy Hooligan (Fortunello) e i Mutt e Jeff dei fumetti statunitensi.
Nel 1944, nella Roma liberata dagli americani, chiuso il giornale dalla censura, Fellini apre assieme ad altri colleghi The Funny Face Shop, una bottega specializzata nel ritrarre in forma parodica i visitatori. Lì si reca Roberto Rossellini per aggregare al suo gruppo il giovane romagnolo, affidandogli una missione speciale: convincere Aldo Fabrizi a interpretare la parte di Don Pietro in Roma città aperta.
Il volume documenta in particolare l’attività del futuro regista al Travaso (1946-1948), diretto da Guglielmo Guasta, già collaboratore del Funny Face Shop.
La serie anticomunista dei “due compagni”, datata 1946, poi proseguita da Benito Jacovitti, prende in giro l’elettore del pci con i paraocchi, che crede sempre e comunque a quel che c’è scritto su L’Unità e a quel che dice Stalin.
La seconda serie, antiliberale, datata 1948, sui redattori del Risorgimento Liberale che aspettano ancora, invano, di essere pagati dal pli per il loro lavoro, fa da pendant alla prima. Seguono poi due storie pubblicate da Fellini nel 1947 su un altro periodico umoristico, Pinco Pallino, in cui il nostro mette alla berlina la borghesia parassitaria e opportunista del secondo dopoguerra.
La vignetta satirica ha ora come bersaglio i partiti e dà battaglia spesso con facile rozzezza qualunquista, senza arrivare alla più forte carica polemica delle contemporanee strisce di Giovanni Guareschi sul Candido (o di Furio Scarpelli sul Don Basilio), come hanno osservato alla presentazione del volume Tatti Sanguineti e Vittorio Vighi.
Il Fellini autore di satira politica e di costume degli anni Quaranta testimonia una verve comica che rivive inoltre nelle pagine del libro in un’intervista esclusiva e inedita, concessa nel 1981 all’autore, Angelo Olivieri, anche lui disegnatore, in occasione dei settant’anni di attività (e dei novantadue anni di vita…) di Guglielmo Guasta.
L’opera di scavo nel passato, a cui questo volumetto contribuisce, è utile allo storico del cinema. Possiamo in parte ricostruire temi, figure e testi, nella loro origine e nelle loro relazioni. Possiamo in parte ricostruire i debiti che il Fellini autore di immagini filmate ha con il Fellini fruitore e autore di immagini disegnate.

Le tentazioni del dottor Antonio
, l’episodio di Boccaccio70 (1962) rievocato anch’esso da Angelo Olivieri nel libro, assomiglia a una vignetta satirica antidemocristiana, contro la censura. Il regista usa come fonte iconografica le vignette di Attalo pubblicate sul Marc’Aurelio per ricostruire in Roma (1972) gli interni piccolo borghesi anni Trenta della pensione dove alloggia il protagonista. In Amarcord (1974) – aggiungiamo noi - replica le inquadrature fisse dei fumetti del Corriere dei Piccoli e usa la caricatura come mezzo espressivo.
Con Fellini Satyricon Politikon, la casa editrice Un Mondo A Parte conferma il suo interesse per la commedia (questa volta disegnata) e la particolare cura delle sue proposte. Ottenendo anche dei riconoscimenti: il volume
Il terrorista dei generi, edito l’anno scorso, ha ottenuto il premio speciale Efebo d’oro 2004 come miglior libro di cinema dell’anno.


Giovanni Taddeo, 15/06/2005

 

 

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